Il Faggio è il mio Ent

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Oggi è la Giornata Internazionale delle Foreste, una ricorrenza che dovremmo festeggiare a livello globale, per rendere parte della nostra vita e delle nostre credenze coloro che ci regalano la vita stessa: gli Alberi. 
Protagonisti di importanti discussioni riguardanti le varie problematiche dell’inquinamento, il surriscaldamento e lo sfacelo del nostro pianeta, gli Alberi fanno parte di quello che vediamo abitualmente: il paesaggio.

Ricordo una bellissima lezione che ho tenuto in un corso, con il tema “il paesaggio”, una spiegazione di ciò che “vediamo” e di ciò che possiamo descrivere “guardando”.
Ognuno di noi doveva raccontare il “proprio” paesaggio, in base a cosa semplicemente si vedeva; chi aveva una visione più materialistica, chi più naturalistica e chi andava oltre, oltre a quello che gli occhi mostrano. 
Le interpretazioni erano ricchissime e, a fine lezione, tutti si erano accorti che c’era qualcosa di più oltre a quello che già eravamo abituati a vedere.

Il senso di questo pensiero? Il senso sta nel fatto che ci rendemmo conto che tante cose che davamo per scontate, perchè le incontriamo quotidianamente e ne siamo abituati, in realtà nascondono grandi ricchezze e potenzialità di cui non potremmo farne a meno.

E nel paesaggio, immersi fra le nostre case o fitti nei pendii delle montagne, si ergono gli Alberi, che per molti anni, troppi, abbiamo dato per scontati, fino a giustiziarli per i nostri scopi.
E nonostante tutto loro continuano a regalarci la vita, senza chiedere nulla in cambio, o forse si, ma dovremmo sapere ascoltare.

Pochi giorni fa ho felicemente rivisto la trilogia de “Il Signore degli Anelli”, la fantastica opera tolkeniana, dove trovano vita gli Alberi, parlano e si riuniscono e combattono per una battaglia contro il male dell’industria, opera dell’uomo desideroso di potere.
Innamorata degli Alberi ho rivisto quelle scene con occhi stupiti ed ho immaginato se tutto quello fosse vero, a cosa andremmo incontro, a cosa gli Alberi ci direbbero, tanti sono gli anni e le vicende che hanno vissuto.

Anche se non come nella foresta degli Ent, dovete sapere che anche nella nostra realtà molti studi hanno rivelato come le piante dialoghino fra di loro, attraverso rumori che noi non possiamo percepire, fra le loro radici.


Avete mai passeggiato in una foresta?
Provate ad immaginare la magia che avviene mentre  vostri passi si posano sulle foglie morte lungo i sentieri, mentre il vento solleva la musica fra i rami ed il rigoglioso sottobosco vi rallegra con i colori e le forme più disparati.
Un mondo a noi invisibile, che scorre nel sottosuolo, un dialogo interminabile che potrebbe raccontare e svelare bellissimi quanto orrendi momenti.

Un po’ come i segni zodiacali, mi piace pensare che ad ognuno di noi siano legati altri elementi terreni, che rappresentano la nostra forza interiore, il nostro carattere ed i nostri sentimenti.
Il mio Albero, il mio Ent, è il Faggio.
L’ho scelto ancora durante le mie prime escursioni in montagna, quando i sentieri verso le cime attraversavano meravigliosi boschi e grandiose faggete.
Lessi il significato che gli attribuivano alcune credenze celtiche e ritrovai in lui il mio elemento: simbolo di conoscenza, saggezza, lucidità e purezza.
L’ho amato per la sua imponenza, il suo tronco sottile e slanciato, ma ancor di più per le sue foglie, che regalano la bellezza di un verde acceso d’Estate e la magia di una tavolozza d’arancione d’Autunno. 

Passeggiare all’interno di una foresta, in silenzio, è vita; immense emozioni attraversano la mente fino ad inebriare di un dolce benessere la fatica dei nostri passi.
Ricordatevi di osservare il vostro paesaggio, immaginare quanti mondi vivono oltre al nostro, date valore a tutto quello che vi circonda, e perchè no…scegliete il vostro Ent, il vostro Albero e, appena potete, incontratelo ed abbracciatelo…
E’ un’emozione che tutti dovreste provare!

Al nostro Faggio 

Alessia Toso

 

 

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